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I Giovani Imprenditori: coniugare crescita competitiva e sostenibilità ambientale

a cura di Piero Fornara

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2 ottobre 2008

Appuntamento all' Hotel Quisisana di Capri il 3 e 4 ottobre per la XXIII edizione del convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria, quest'anno focalizzato sul tema «Innovare le energie: imprese e ambiente tra sviluppo competitivo e sostenibilità». Venerdì pomeriggio, come di consueto, in apertura dei lavori la presidente Federica Guidi esporrà le "tesi" dei Giovani Imprenditori, cui seguirà la relazione di Carlo Stagnaro, direttore dell'Istituto Bruno Leoni, su «Cambiamento climatico e libertà economica». In programma anche due tavole rotonde e gli interventi degli ospiti, il
ministro dell'Interno Roberto Maroni e il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola.

Sabato, nella seconda giornata del convegno, saranno presenti l'ex ministro dell'Economia Pier Luigi Bersani, il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga e Massimo D'Alema come
presidente della Fondazione Italianieuropei. I due interventi finali toccheranno al ministro dell'Economia Giulio Tremonti e alla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.


Se da un lato è evidente il nesso tra crescita economica e qualità ambientale, dicono i Giovani Imprenditori, dall'altro si afferma che la maggior parte delle emissioni aggiuntive nei prossimi due decenni verranno dalle economie emergenti, rendendo qualificante il fattore dell'arretratezza delle tecnologie. Crescita economica e integrazione commerciale rappresentano dunque un importante incentivo per l'innovazione e lo sviluppo competitivo.del nostro sistema, come condizione per ottenere una risposta di lungo termine alla questione ambientale. «Parlare di ambiente e sostenibilità in Campania è una contraddizione soltanto apparente - fa notare il presidente dei "Giovani" campani Mauro Maccauro - perché non abbiamo remore a parlare dei problemi ambientali a casa nostra». Il dibattito, però, non sarà concentrato sull'emergenza rifiuti ma «sulla ricerca di una risposta alle sfide dell'energia e del clima, verso uno sviluppo sostenibile».


Pacchetto-energia "20-20-20" ed emissioni di CO2 delle auto. La scorsa settimana il ministro per le Politiche comunitarie Andrea Ronchi da Bruxelles ha lanciato un «grido d'allarme forte» sulle possibili ricadute che il "Pacchetto energia-cambiamenti climatici "proposto dalla Ue potrebbe avere «su occupazione, competitività e addirittura sulle bollette» chiedendo agli eurodeputati italiani di «difendere gli interessi nazionali al di là degli schieramenti politici». Il settore più a rischio con l'adozione del cosiddetto Pacchetto "20-20-20" (riduzione entro il 2020 delle emissioni dei gas serra del 20%, dei consumi energetici del 20% e aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili del 20%) è quello manifatturiero, «dall'acciaio all'alluminio, dalle piastrelle al cemento, con un devastante impatto sulla produzione», ha sottolineato Ronchi, mentre l'industria automobilistica verrebbe «penalizzata dal regolamento per la riduzione delle emissioni di Co2 delle auto».

Anche l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne, nei giorni successivi, non soltanto ha bocciato il regolamento che l'Unione europea e si accinge a varare sulle emissioni di CO2, ma lo ha smontato pezzo a pezzo definendolo, oltre che inefficace per la causa ambientalista, anche uno strumento che metterebbe a rischio la sopravvivenza dell'industria automobilistica europea. E, paradossalmente, soprattutto quella che produce auto più piccole, le meno inquinanti.

L'Italia chiederà alla presidenza francese di turno della Ue e agli altri Paesi membri di approfondire queste tematiche al Consiglio europeo del 15-16 ottobre (anche se l'iniziativa non trova d'accordo le associazioni ambientaliste e il Partito democratico). Per questo il ministro Ronchi tornerà martedì 8 ottobre a Bruxelles, con la presidente della Confindustria Emma Marcegaglia, per incontrare i presidenti delle commissioni dell'Europarlamento competenti per il "Pacchetto".

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